A 61 anni, ha trovato solo un lavoro temporaneo e offerte adatte solo ai giovani. Se va in pensione adesso, perderà molti soldi. La pensione suscita sentimenti contrastanti. Per alcuni è principalmente la fine di un percorso, mentre altri la vedono come l’inizio di un altro, una ricompensa o un sollievo dopo tanto lavoro. È sicuramente un dibattito interno negli ultimi anni, quando, superati i 60 anni, si avvicina il momento. Ciò che pochi dovrebbero chiedersi allora, soprattutto se hanno alle spalle decenni di lavoro in un’azienda, è se saranno licenziati prima di aver completato il periodo obbligatorio per ricevere la pensione completa e già ad un’età in cui difficilmente potranno trovare un lavoro.
“Probabilmente costava troppo”
La routine è cambiata bruscamente una mattina, quando l’azienda ha comunicato che avrebbe eliminato 200 posti di lavoro in tutta Europa. Anche se questa cifra rappresentava una piccola parte del totale dei dipendenti, tra questi c’era Favre: “È stato del tutto inaspettato, uno shock enorme”. Non si trattava di un’opzione di prepensionamento, né di un pensionamento anticipato retribuito, ma semplicemente di un licenziamento.
Riguardo al motivo del licenziamento, Favre ritiene che “probabilmente costava troppo”. Si rammarica anche di aver menzionato in qualche occasione che stava valutando il pensionamento anticipato, cosa che i suoi superiori avrebbero preso in considerazione: “Immagino che anche questo sia stato determinante”. Di fronte alla situazione, ha informato l’azienda della sua intenzione di consultare un avvocato, al che la società ha reagito offrendogli sei mesi di stipendio come indennizzo. Ritiene che “senza quella piccola pressione, probabilmente non l’avrebbero fatto”.
“Piovono rifiuti”
Dopo aver perso il lavoro, Favre si è recato all’ufficio di collocamento per registrarsi come disoccupato. Ha preparato più di 150 domande senza che nessuna di esse portasse a un contratto a tempo indeterminato. “Piovono rifiuti”, si lamenta. Così, ha pensato di andare in pensione nonostante gli manchino ancora quattro anni, ma dopo aver incontrato la sua banca, ritiene che perderà una grossa somma e che sia ingiusto. Ha trovato un lavoro temporaneo nel settore della logistica, che però è già scaduto. In un’altra azienda, un responsabile del personale gli ha spiegato che il posto attirava solo giovani e che la retribuzione era di 18 franchi svizzeri (19,30 euro) all’ora. E gli ha ammesso: “Non posso assumere qualcuno che ha più di 55 anni, è una direttiva interna”.
A Favre infastidisce il dibattito sull’età pensionabile, che verte solitamente sul suo innalzamento. A suo avviso, le aziende considerano i lavoratori più anziani un peso economico, non necessariamente per lo stipendio, ma per i contributi previdenziali. “A partire dai 55 anni, le aziende pagano il 18%. Dai 25 ai 35 anni contribuiscono solo con il 7%. La lealtà finisce per costare piuttosto cara”. Favre capisce che i giovani non vogliano eguagliare la percentuale di contribuzione perché ciò inciderebbe sui loro stipendi, ma sottolinea come questo meccanismo penalizzi i dipendenti anziani.
“I licenziati non hanno alcuna possibilità”
Inoltre, la Svizzera intende rendere più difficile il pensionamento anticipato per alleggerire la spesa pensionistica e incentivare la popolazione a lavorare più a lungo. Favre ritiene che si tratti di una misura “scollegata dalla realtà”, poiché secondo la sua esperienza “un dipendente di 65 anni può forse continuare a lavorare, ma chi viene licenziato prima non ha praticamente alcuna possibilità. Rimane solo il pensionamento anticipato, che non dovrebbe essere reso più difficile”. Intervistato da watson, ritiene che il governo dovrebbe cercare un’alternativa per il finanziamento delle pensioni.
Nel frattempo, continua a inviare candidature di lavoro, contrariato dal poco valore attribuito alla lealtà nell’attuale contesto professionale. “Mi hanno buttato via come un sacco della spazzatura”, critica. Tuttavia, mantiene ancora un atteggiamento positivo: “Non voglio ancora andare in pensione. Forse la fortuna finirà per sorridermi”.