Un venditore di biglietti della lotteria asturiano ha perso l’ultima battaglia legale nel tentativo di ottenere una pensione di invalidità permanente totale. L’uomo, che soffre delle conseguenze di una grave malattia intestinale e afferma di aver bisogno di andare in bagno ogni due ore, non è riuscito a convincere la Corte Superiore di Giustizia(TSJ) che le sue condizioni gli impediscono di esercitare qualsiasi tipo di professione.
La previdenza sociale e la giustizia gli hanno voltato le spalle
Il lavoratore, che vende biglietti della lotteria in un piccolo chiosco senza bagno, ha subito tre interventi chirurgici in otto mesi a causa di una diverticolite complicata. Il primo è stato un intervento laparoscopico di sigmoidectomia, seguito da una colostomia a seguito di una peritonite e, infine, dalla chiusura chirurgica della stessa.
Sebbene l’evoluzione clinica sia stata “favorevole”, secondo i referti ospedalieri, il ricorrente afferma che da allora soffre di astenia cronica, tenesmo (sensazione costante di evacuazione incompleta) e urgenza intestinale che lo costringono a recarsi urgentemente in bagno ogni poche ore. Secondo quanto da lui affermato, tali condizioni gli impediscono di svolgere normalmente il suo lavoro al banco della lotteria.
Nonostante l’insistenza del ricorrente, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INSS) ha negato in primo grado la pensione di invalidità totale. L’uomo ha presentato ricorso, ma sia il Tribunale del Lavoro che ora il Tribunale Supremo hanno respinto le sue argomentazioni.
I giudici riconoscono le limitazioni del lavoratore, ma concludono che non sono sufficientemente gravi da impedirgli di svolgere qualsiasi professione o mestiere, requisito necessario per accedere alla pensione di invalidità totale. Infatti, la sentenza sottolinea che la sua situazione “sarebbe incompatibile solo con lavori che impediscono l’accesso immediato a un bagno”, ma non con lavori in cui tale necessità può essere gestita.
Nella sua risoluzione, il tribunale sottolinea che l’invalidità totale è riservata ai casi in cui il lavoratore non può svolgere alcuna attività professionale senza requisiti sproporzionati o situazioni di rischio per la sua salute. In questo caso, sottolineano, sarebbe sufficiente che l’ambiente di lavoro garantisse un accesso frequente al bagno.
Una pensione molto selettiva
Questo caso ha messo in evidenza le enormi difficoltà che devono affrontare coloro che richiedono una pensione di invalidità permanente, una prestazione riservata solo ai lavoratori che non possono svolgere alcuna attività professionale in condizioni normali e senza che ciò comporti un rischio per la loro salute o uno sforzo sproporzionato.
A questo proposito, la legge stabilisce quattro gradi di invalidità, ciascuno con requisiti e indennità diversi: l’invalidità parziale riconosce una riduzione della capacità lavorativa senza impedire il lavoro abituale, mentre quella totale impedisce di continuare la professione attuale ma consente di svolgere altre attività; l’invalidità assoluta richiede che il lavoratore non sia in grado di svolgere alcun tipo di lavoro, e la grande invalidità prevede inoltre la necessità di assistenza per le attività quotidiane di base. In questo contesto, la richiesta del venditore asturiano non è riuscita a soddisfare i criteri più rigorosi richiesti, vale la pena ribadirlo, dalla normativa vigente.
Ciononostante, gli esperti raccomandano a chi si trova in situazioni simili di raccogliere tutta la documentazione medica necessaria, compresi esami clinici, referti ospedalieri e valutazioni funzionali, prima di avviare la procedura amministrativa presso l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Successivamente, dovranno sottoporsi alla valutazione della commissione medica, che determinerà l’esistenza o meno di limitazioni rilevanti.
Se la richiesta viene respinta, il passo successivo è presentare ricorso in giudizio, prima al tribunale del lavoro e poi al tribunale superiore competente. Sebbene il processo possa essere lungo e non garantisca un esito favorevole, avere il supporto di relazioni solide e un’adeguata consulenza legale può fare la differenza nella risoluzione finale.