Gio. Lug 31st, 2025

Lavare gli alimenti prima di consumarli è una pratica fondamentale per proteggere la salute. Secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute (Minsa) e dell’Assicurazione Sanitaria Sociale (EsSalud), frutta e verdura devono essere sciacquate accuratamente con acqua potabile per eliminare residui di terra, polvere, batteri e, soprattutto, pesticidi. Questa semplice azione può prevenire malattie gastrointestinali e ridurre l’esposizione a sostanze tossiche. Tuttavia, questa abitudine non deve essere applicata solo agli alimenti freschi, ma anche ad altri prodotti di consumo quotidiano come il riso bianco, un alimento base della dieta peruviana.

Quante volte bisogna lavare il riso?

Il riso bianco è parte essenziale di molti piatti tradizionali del Paese, dal riso con pollo al riso chaufa. Ma, anche se sembra un alimento pulito per il suo aspetto, il riso può contenere tracce di arsenico inorganico e vari pesticidi utilizzati durante la coltivazione e la lavorazione. Per questo motivo, sapere quante volte lavare il riso prima di cucinarlo non solo ne migliora la consistenza e il sapore, ma è anche un atto di prevenzione per proteggere la salute tua e della tua famiglia.

Gli esperti raccomandano di lavare il riso 4-6 volte, o fino a quando l’acqua non diventa quasi trasparente. Questo processo aiuta a rimuovere l’amido superficiale (che rende il riso appiccicoso), nonché residui di polvere, impurità, residui di pesticidi e una parte dell’arsenico inorganico.

Una tecnica ancora più efficace consiste nel mettere a mollo il riso per almeno 30 minuti e poi scolare l’acqua prima di cuocerlo. Questo permette di ridurre ulteriormente la quantità di sostanze nocive. È possibile anche utilizzare il metodo di cottura con acqua in eccesso: cuocere il riso in un rapporto di 6 parti di acqua per 1 di riso e poi scolare l’eccesso, come se fosse pasta. Questo metodo può ridurre l’arsenico fino al 40-60%.

L’arsenico inorganico

L’arsenico inorganico si deposita sia nel chicco di riso.

L’arsenico inorganico è un metallo pesante presente in natura nel suolo e nell’acqua, ma può anche essere presente a causa dell’inquinamento agricolo. Il riso, essendo una coltura seminata in campi allagati, assorbe più arsenico rispetto ad altri cereali. Questo composto si deposita sia nella buccia che nel chicco dei cereali, quindi anche il riso bianco (che è già stato lucidato) può contenerlo.

Oltre all’arsenico, il riso bianco può contenere residui di pesticidi comunemente utilizzati nella sua coltivazione, tra cui:

  • Clorpirifos: insetticida neurotossico, particolarmente dannoso per i bambini.
  • Triciclazolo: fungicida per il controllo della ruggine del riso, una malattia distruttiva che colpisce le coltivazioni di riso in tutto il mondo.
  • Propiconazolo: fungicida che può influire sul sistema endocrino.
  • Buprofezina: insetticida sospettato di essere un distruttore ormonale.
  • Glyphosate: erbicida ampiamente utilizzato, classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
  • Carbendazim: fungicida con possibili effetti sulla fertilità e sullo sviluppo fetale in studi condotti su animali.

Questi pesticidi possono essere presenti in piccole quantità consentite dalla legislazione di ciascun paese, ma la loro presenza ripetuta nel consumo quotidiano può rappresentare un rischio cumulativo.

Come l’arsenico inorganico e i pesticidi del riso bianco influiscono sulla salute

Essendo una coltura seminata in campi allagati, il riso assorbe più arsenico rispetto ad altri cereali.

L’arsenico inorganico, se consumato costantemente, si accumula nell’organismo e può causare gravi conseguenze per la salute a lungo termine. Alcuni degli effetti documentati includono:

  • Cancro (della pelle, dei polmoni, della vescica)
  • Problemi cardiovascolari
  • Disturbi del sistema nervoso
  • Diabete di tipo 2
  • Danni epatici e renali
  • Disturbi dello sviluppo cerebrale nei bambini

Nel caso dei pesticidi citati, sebbene i livelli presenti nel riso siano generalmente bassi, il loro consumo frequente può causare effetti neurotossici, ormonali, riproduttivi e persino aumentare il rischio di malattie croniche. Le donne in gravidanza, i bambini e le persone con malattie croniche sono i gruppi più vulnerabili.

Altri cereali che contengono arsenico inorganico

Oltre al riso bianco, l’arsenico inorganico può essere presente anche in altri cereali come il riso integrale, che di solito contiene concentrazioni più elevate perché conserva la buccia esterna dove si accumulano i metalli pesanti. L’arsenico è stato rilevato anche in prodotti derivati dal grano, dall’avena, dall’orzo, dal mais e dalla segale, anche se in livelli molto più bassi rispetto al riso. Questi cereali possono contribuire all’esposizione totale all’arsenico, soprattutto quando fanno parte della dieta abituale. Si raccomanda quindi di variare il consumo di cereali per ridurre il rischio.

Perché lavare il riso per 30 minuti?

Mettere a mollo il riso per almeno 30 minuti prima di cuocerlo è una tecnica semplice che ne migliora la consistenza e lo rende più sano. Lasciandolo in acqua, i chicchi si idratano, consentendo una cottura più uniforme e rendendoli più sciolti. Inoltre, questo processo aiuta a rimuovere parte dell’amido superficiale e possibili residui di arsenico o altre impurità presenti nel riso. È importante gettare l’acqua di ammollo e sciacquare nuovamente il riso prima di cuocerlo. Questo passaggio non solo migliora il sapore, ma facilita anche la digestione e riduce il rischio tossico.