In tre decenni abbiamo vissuto almeno quattro rivoluzioni nella nostra professione. La comunicazione dagli anni ’90 ad oggi ha subito grandi trasformazioni guidate dai cambiamenti tecnologici e socioculturali. L’unicità e il controllo centralizzato dei mass media negli anni ’80. Poi l’interattività con la nascita di Internet e la digitalizzazione negli anni ’90. Negli anni 2000 i social network e la viralità. E infine l’automazione e la personalizzazione nel 2025 con l’intelligenza artificiale.
Domani è già qui: comunicazione, empatia e automazione nell’era della realtà aumentata
Oggi – domani vedremo – stiamo entrando in una fase in cui ci aspettiamo che l’automazione sia al servizio di una comunicazione più empatica ed efficiente con la realtà aumentata e umana. Noi che abbiamo più di 50 anni abbiamo vissuto questi cambiamenti lavorando, il che ci dà una prospettiva di ciò che stiamo per attraversare, anche se non sappiamo con certezza dove arriveremo. Quello che sappiamo è che sarà appassionante.
In questo momento in cui il contesto è così mutevole e dinamico, il nostro ruolo di consulenti di comunicazione è quello di fornire un termometro sensibile che misuri territori più ampi di quelli dell’azienda stessa, della sua concorrenza e del suo settore.
L’ascolto diventa un asse fondamentale. Le narrazioni definiscono la connessione. Le conversazioni evolvono. Le tecnologie riconfigurano i legami e la comunicazione diventa centrale.
Il nostro lavoro richiede una consulenza reputazionale che aiuti i leader ad amplificare l’impatto delle loro azioni senza perdere la loro etica, l’autenticità e l’attenzione alle persone. Il nostro ruolo come consulenti di comunicazione è quello di fornire un termometro sensibile che misura generalmente territori più ampi di quelli dell’azienda stessa
La capacità di guidare con più flessibilità che mai è ancora più decisiva. Le persone hanno un bisogno imperioso di connettersi con messaggi autentici e con leader che diano priorità alla fiducia, alla trasparenza e allo scopo e che siano in grado di bilanciare l’efficienza del progresso delle macchine con i valori umani.
Sappiamo che, di fronte a questo scenario di grande incertezza, le aziende dovranno valutare e decidere di assumersi rischi più elevati per crescere, sostenersi o avanzare nell’ignoto. L’adattabilità del business ai nuovi paradigmi richiederà lo sviluppo delle competenze necessarie per guidare il cambiamento e saper mitigare le resistenze e le crisi interne ed esterne. La molteplicità degli interlocutori e la riduzione delle strutture aziendali implicano un cambiamento nel modo di fare le cose. Questa è un’opportunità.
Il ritmo delle decisioni è cambiato; richiede una nuova velocità, strategia, agilità e forza per definire le nuove linee d’azione, perché oggi le comunicazioni sono più strategiche che mai.