Mer. Ago 13th, 2025

Il ritrovamento, avvenuto a Crema, ha spinto l’acquirente a cercare gli eredi legittimi dei buoni emessi negli anni ’90, che potrebbero riscuotere l’intero valore. Quello che sembrava un semplice mobile di seconda mano nascondeva una piccola fortuna. Mauro Benzoni, un abitante di Crema, ha acquistato un anno fa un armadio antico per soli 200 euro attraverso un noto portale di compravendita online. Il venditore, con sede a Pavia, non immaginava che all’interno del mobile si nascondesse un vero tesoro: buoni di risparmio postali italiani, emessi tra il 1992 e il 1994, per un valore che oggi si aggira intorno ai 190.000 euro.

Scoperto per caso un tesoro nascosto: la caccia agli eredi dei De Martino

L’armadio è rimasto quasi dimenticato per mesi in una casa di campagna, finché Benzoni ha deciso di restaurarlo. È stato durante le pulizie che ha scoperto uno scomparto nascosto, invisibile a prima vista. Al suo interno, conservati con cura, sono apparsi i certificati. All’epoca valevano circa 18 milioni di lire, ma con gli interessi accumulati in tre decenni, il loro valore attuale supera di gran lunga ogni aspettativa.

Tuttavia, il ritrovamento non si traduce in denaro immediato per Benzoni. Essendo nominativi, i buoni possono essere incassati solo dai titolari o dai loro discendenti. I documenti sono intestati a Carlo e Francesca De Martino, nati nel 1907 e nel 1911, il che fa presumere che entrambi siano deceduti. La ricerca si concentra ora sull’individuazione dei loro eredi legittimi.

Consapevole della legalità che circonda questo tipo di beni, Benzoni non ha voluto agire per conto proprio. Si è rivolto a uno studio legale, ha consegnato i documenti ai Carabinieri di Lodi e ha sporto denuncia per mettere agli atti il ritrovamento e l’impossibilità di contattare il venditore originale. Parallelamente, ha lanciato un appello pubblico: «Cerco gli eredi dei fratelli De Martino. Solo loro hanno diritto a riscuotere questo denaro».

La legislazione italiana prevede che chi trova un bene smarrito e lo restituisce ha diritto al 10% del suo valore come compenso. Se gli eredi si facessero vivi e recuperassero il denaro, Benzoni potrebbe ricevere legalmente circa 19.000 euro.

Tra i nomi che figurano come cointestatari dei buoni ci sono persone nate in diverse località della Lombardia. È probabile che molti di loro non siano nemmeno a conoscenza dell’esistenza di questi certificati. Per questo Benzoni insiste: «Se qualcuno pensa di avere un legame con Carlo o Francesca De Martino, contatti i Carabinieri di Lodi».

Sebbene su Internet circolino storie simili che a volte si rivelano false, in questo caso la denuncia ufficiale conferma la veridicità della scoperta. I buoni, di tipo ordinario e con scadenza a 30 anni, possono ancora essere incassati fino al 2032, poiché la prescrizione legale concede dieci anni in più dalla scadenza. All’inizio degli anni ’90, investire in buoni fruttiferi era una pratica comune per proteggere i risparmi delle famiglie dall’inflazione.