Mer. Lug 30th, 2025

Gli esperti concordano: in un contesto di incertezze economiche e bassa crescita, risparmiare non basta più. Per i giovani italiani, la sfida non è solo mettere da parte denaro, ma imparare a farlo fruttare. Tuttavia, la mancanza di educazione finanziaria e la diffidenza verso i mercati spingono molti a scelte conservative, spesso controproducenti nel lungo periodo.

Tra stagnazione e opportunità

L’Italia non vive l’iperinflazione, ma deve affrontare altre criticità: stipendi fermi da decenni, debito pubblico elevato e un sistema pensionistico sempre più incerto. In questo scenario, molti giovani adottano strategie passive, lasciando i risparmi su conti correnti che non coprono neppure l’inflazione. Altri, cercando soluzioni alternative, cadono in trappole speculative senza una reale comprensione dei rischi.

Gli errori più frequenti? Non pianificare gli obiettivi, ignorare la diversificazione e confondere il risparmio con l’investimento. “Molti credono che accumulare denaro sia sufficiente”, spiega Marco Bianchi, consulente finanziario di Milano. “In realtà, senza una strategia chiara, si perde potere d’acquisto anno dopo anno.”

Le soluzioni possibili

Per chi inizia, il primo passo è definire priorità e orizzonti temporali. Un fondo d’emergenza liquido è essenziale, ma il resto del capitale dovrebbe lavorare. I conti deposito offrono rendimenti modesti ma sicuri, mentre i fondi comuni e gli ETF consentono di accedere a mercati globali con rischio contenuto.

Le obbligazioni statali, come i BTP, attraggono chi cerca stabilità, soprattutto se abbinate a vantaggi fiscali. Per chi può tollerare maggiori oscillazioni, le azioni di aziende solide o gli strumenti legati a indici ampi (come l’MSCI Europe) rappresentano una via per crescere nel tempo.

“Oggi le piattaforme digitali permettono di investire con pochi euro e commissioni ridotte”, nota Elena Rossi, analista di Banca Sella. “Il vero problema è la diffidenza culturale: troppi giovani rinunciano a informarsi, perdendo opportunità.”

I rischi da evitare

Non mancano le insidie. Le criptovalute, spesso viste come scorciatoie facili, nascono volatilità estrema e richiedono competenze specifiche. Allo stesso modo, prodotti strutturati o fondi opachi possono nascondere costi elevati e performance deludenti.

“La regola d’oro è semplice: se non si capisce come funziona uno strumento, meglio evitare”, avverte Bianchi. “Meglio un rendimento moderato ma sostenibile che rischiare tutto in operazioni speculative.”

Verso un futuro più consapevole

La strada per una generazione finanziariamente più preparata è ancora lunga. Tuttavia, iniziative come corsi base nelle scuole o app intuitive per gestire il budget stanno lentamente cambiando la mentalità.

“Investire non è un’opzione, ma una necessità”, conclude Rossi. “Chi inizia oggi, anche con piccole somme, avrà un vantaggio domani. L’importante è muoversi con prudenza e continuità.”