Dom. Ago 3rd, 2025

Un team di archeologi ha fatto una scoperta eccezionale in Italia: una tomba etrusca intatta risalente al VII secolo a.C., il cui ricco corredo funerario offre una visione rara e preziosa di questa civiltà preromana. Il 15 luglio, il team di ricercatori del progetto internazionale di ricerche archeologiche di San Giuliano (SGARP), guidato dalla Baylor University in Texas, ha scoperto una straordinaria tomba etrusca nella necropoli di San Giuliano, situata nel Parco Regionale del Marturanum, vicino a Barbarano Romano, 70 chilometri a nord-ovest di Roma. Fatto eccezionale per questa regione, preda dei tombaroli fin dall’antichità, la tomba è rimasta inviolata per quasi 2600 anni. Gli archeologi hanno così potuto scoprire che ospitava i resti di quattro individui sepolti con oltre 100 oggetti straordinariamente ben conservati. Questa scoperta è considerata una delle più importanti degli ultimi decenni per la comprensione della civiltà etrusca.

Il miracolo di una tomba dimenticata dai saccheggiatori

«Questa camera funeraria completamente sigillata rappresenta una scoperta rara per l’archeologia etrusca», spiega il professor Davide Zori, che dirige il SGARP. Nella regione collinare dell’Italia centrale, dove lavora il team, una tomba a camera conservata di quest’epoca non era mai stata scavata con tecniche archeologiche moderne. “Dall’avvio del progetto, il team ha catalogato oltre 600 tombe nel sito archeologico dell’altopiano di San Giuliano. Tutte le altre tombe a camera precedentemente identificate sono state saccheggiate nel corso dei secoli, a partire dall’occupazione romana alla fine del III secolo a.C.

Esplorando la tomba rimasta intatta, gli archeologi hanno potuto inventariare un centinaio di oggetti, come vasi in ceramica, ornamenti in bronzo, armi in ferro e delicati accessori per capelli in argento. L’analisi preliminare di questo ricco corredo funerario suggerisce che gli individui sepolti su letti di pietra potrebbero essere due coppie composte ciascuna da un uomo e una donna, ma per confermare questa ipotesi è necessario effettuare uno studio antropologico, isotopico e genetico dei resti.

Verso una migliore comprensione dei riti funerari e religiosi etruschi

Affascinante popolo dell’antico Mediterraneo, gli Etruschi svilupparono una civiltà raffinata e fiorente nel centro della penisola italiana, tra il IX e il I secolo a.C. Organizzati in città-stato autonome, i loro popoli eccellevano nel commercio marittimo (in particolare con la Grecia, l’Egitto e l’Oriente), nella metallurgia e nelle arti. La loro società, che raggiunse il suo apice tra l’VIII e il III secolo a.C., si distingueva per il ruolo emancipato delle donne, le complesse pratiche religiose (divinazione, riti funebri elaborati) e uno stile di vita sofisticato in cui il rituale del banchetto occupava un posto di rilievo.

Progressivamente assorbiti da Roma, gli Etruschi le hanno lasciato in eredità un ricco patrimonio culturale, religioso e politico prima di scomparire definitivamente nel I secolo a.C. Per Davide Zori, la scoperta di questa tomba conservata dal tempo a San Giuliano “è un’occasione unica per studiare le credenze e le tradizioni funerarie di questa affascinante cultura”. Gli Etruschi erano infatti considerati « il popolo più religioso del mondo antico», tanto erano dediti a numerosi riti, feste e tradizioni ed eccellevano nella pratica delle arti divinatorie. Anche i loro riti funerari erano molto codificati.