Mer. Set 17th, 2025

La costruzione di una mega diga sul fiume che attraversa sia il Tibet che l’India è iniziata la scorsa settimana, secondo quanto riportato dai media statali cinesi. L’evento, che segna un passo significativo in un progetto di grande portata, ha visto la presenza del primo ministro cinese Li Qiang alla cerimonia inaugurale.

Mega-diga cinese sul Brahmaputra: energia pulita o rischio ambientale e tensioni con l’India?

Il progetto, annunciato dalla Cina nel dicembre dello scorso anno, mira a collegarsi agli sforzi di neutralità carbonica di Pechino, nonché ai suoi piani di sviluppo economico per la regione del Tibet.

Il piano prevede la costruzione di cinque centrali idroelettriche con un investimento stimato di 167,1 miliardi di dollari (circa 143,6 miliardi di euro), secondo le stime dell’agenzia di stampa Xinhua.

Una volta completato, il bacino idrico supererà per dimensioni la diga delle Tre Gole, situata sul fiume Yangtze, nella Cina centrale, che attualmente detiene il titolo di diga idroelettrica più grande del mondo. La nuova infrastruttura sarà quindi la più grande al mondo, ma ha anche suscitato crescente preoccupazione nei paesi vicini come l’India e il Bangladesh, che dipendono dalle acque del Brahmaputra.

L’India, che ha espresso preoccupazione per l’impatto che questa megastruttura potrebbe avere sui propri interessi, ha assicurato a gennaio che “monitorerà la situazione e adotterà le misure necessarie per proteggere i propri interessi”. Il Ministero degli Affari Esteri indiano ha inoltre esortato la Cina a garantire che le attività a monte non abbiano un impatto negativo sui paesi rivieraschi.

Il Ministero degli Affari Esteri cinese, da parte sua, ha assicurato che il progetto non avrà “alcun impatto negativo” a valle e ha promesso di mantenere la comunicazione con i paesi interessati.

Tuttavia, le preoccupazioni non provengono solo dai paesi rivieraschi, ma anche da gruppi ambientalisti che hanno messo in guardia sugli effetti irreversibili che questa mega diga potrebbe avere sull’altopiano tibetano, una regione ecologicamente sensibile.