Ven. Ago 1st, 2025

L’echidna dal becco lungo di Attenborough (Zaglossus attenboroughi), uno dei mammiferi più enigmatici del pianeta, è stato filmato per la prima volta dopo oltre sessant’anni di assenza. La scoperta è avvenuta grazie all’uso di fototrappole durante una spedizione scientifica nelle remote montagne Ciclopiche, in Papua.

Missione impossibile compiuta: le telecamere catturano il mammifero ‘fantasma

Questo mammifero oviparo, classificato come in pericolo critico nella Lista Rossa dell’IUCN e noto anche come zagloso di Sir David o zagloso di Attenborough, non era stato osservato dal 1961. Quella fu infatti l’unica volta in cui la sua esistenza fu documentata scientificamente. La nuova registrazione visiva segna una pietra miliare nella ricerca zoologica, poiché conferma che la specie sopravvive ancora nel suo habitat originale, uno dei più inaccessibili e ricchi di biodiversità del pianeta.

Il team scientifico, guidato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford, ha installato più di 80 telecamere di sorveglianza lungo un terreno selvaggio ostile e con grandi dislivelli. Durante quattro settimane di lavoro sul campo, hanno effettuato numerose ascensioni che hanno superato i 11.000 metri complessivi.

Un fossile vivente dell’evoluzione

L’immagine dell’echidna è stata catturata l’ultimo giorno della spedizione, proprio mentre si controllava l’ultima scheda di memoria disponibile. Nonostante la presenza di animali velenosi, malattie tropicali e condizioni estreme, gli scienziati hanno perseverato con l’obiettivo di ottenere prove della sopravvivenza di questa specie sfuggente.

L’echidna di Attenborough appartiene al gruppo dei monotremi, mammiferi primitivi che depongono uova. La sua morfologia combina caratteristiche di diverse specie: ha aculei come un riccio, un muso lungo come un formichiere e zampe adatte a scavare. La sua stirpe si è separata dal resto dei mammiferi più di 200 milioni di anni fa.

La sua presenza è nota solo nelle montagne Ciclopiche, il che spiega in parte la sua rarità. Si tratta di un animale notturno, solitario e con abitudini sotterranee, il che rende difficile la sua localizzazione e lo studio. Questa registrazione costituisce la prima prova visiva confermata della sua esistenza al giorno d’oggi.

Il lavoro congiunto con gli abitanti della zona è stato determinante. Questi ultimi hanno fornito conoscenze sul territorio e hanno permesso l’accesso ad aree mai esplorate prima dai ricercatori. La spedizione ha anche documentato l’avvistamento del mellifero di Mayr, un nuovo genere di gambero arboricolo e molte specie di insetti finora sconosciute.